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Cosa hanno a che fare corvi, talpe e veleni con l'annuncio di Cristo, cioè con l'unica cosa che dovrebbe contare per la Chiesa? Niente, in apparenza. Ma il denaro, il potere, gli scandali, i pettegolezzi e anche le guerre sono parte della storia dell'umanità, nella quale la Chiesa è immersa. Essa tiene insieme le due dimensioni di popolo di Dio e di gerarchia. Base e vertice formano un'unica comunità, cosicché la piramide diviene un cerchio. Ma non è un cerchio giottesco, è pieno di imperfezioni e difetti. Per il credente, del resto, sono proprio la debolezza e il peccato a mostrare l'aspetto soprannaturale e ad aprire al divino. La Chiesa cammina con i fallimenti, che rimandano al bisogno di convertirsi continuamente al Vangelo. E dovrà trarre lezione anche dalle ultime vicende, accelerando quel rinnovamento indispensabile per parlare all'uomo moderno e sottrarlo così all'oblio del trascendente. Che è poi l'obiettivo dell'Anno della Fede voluto da Benedetto XVI.